Emilia Romagna Tour Guide
Bodega Kohlberg – Tarija – Bolivia
Tratto dal romanzo di viaggio “Divino Andino – viaggi e assaggi all’ombra della Cordigliera” Polaris Editore
“Imboccata la Ruta Nacional 1 dopo una serie di rotonde proseguimmo sulla 11 in direzione di Santa Ana, dove si trovano i vigneti più datati e la sede delle più importanti cantine regionali. Dopo circa 10 minuti, lasciata la principale ci infilammo in una strada bianca, contornata di palme e pioppi. Dalla vegetazione vidi spuntare una cupola color argento, proprio a fianco alle prime tracce di vigneti. Era un telescopio costruito dai giapponesi negli anni 70, su incarico dei russi. La visita era semplicemente una passeggiata tra la vigna, non si poteva andare in cantina perché c’erano lavori in corso, stavano ampliando. Questa azienda è conosciuta perché è stata la prima, su intuizione dell’allora fondatore Don Julio, a passare da una logica di produzione artigianale a una industriale, affermando il proprio marchio sul mercato nazionale già dal 1972. Dopo anni di lavoro in una miniera di Potosì, Don Julio scoprì di avere problemi di salute così decise di tornare a Tarija dove la famiglia aveva comprato del terreno agricolo. Per secoli la coltivazione della vite era stata gestita unicamente dai ministri del culto cattolico che si erano anche tramandati i segreti per fare un buon vino. Don Julio scoprì dal suo prete l’elisir di lunga vita: con un bicchiere di rosso al giorno sarebbe riuscito a campare fino a cent’anni; questa promessa gli bastò per convincersi di quale sarebbe stato il suo obiettivo del futuro, fare vino. Con gli insegnamenti del suo prelato apprese i rudimenti e cominciò a vinificare a livello artigianale a partire dal 1963, poi lentamente si ingrandì fino agli attuali 180 ettari. Il vigneto di Santa Ana è il più antico con piante di 50 anni. Vicino ai filari, all’inizio e alla fine si pianta malva ed erba medica, per attirare gli insetti parassiti e nutrire le viti che sono tutte franche di piede e per le quali sono richiesti pochissimi interventi chimici, in ragione della bassa umidità e ricchezza di biodiversità nell’ambiente.”

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