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Immagine del redattoreEmilia Romagna Tour Guide

Scopri un altro segreto di Bologna: i dettagli della Scala del Bramante

Aggiornamento: 15 apr 2022

Il centro storico della città è ricco di segreti, oggi scopriamo quello della Scala del Bramante, fatta costruire da Giulio II.


Nel Novembre 1505 Papa Giulio II al termine di una serie di vittoriose battaglie volte alla riconquista dei territori appartenuti allo Stato della Chiesa, riuscì a riconquistare Bologna spodestando Giovanni II Bentivoglio.

Per capire l’indole battagliera ed energica di questo papa, soprannominato anche Il Guerriero o il Terribile, basti pensare che la scelta del nome si deve tanto al culto di sé (per cui accorciò il nome Giuliano) quanto al rimando alla figura di Giulio Cesare, a cui fin da subito cercò di farsi accostare nell'immaginario collettivo, facendo, a tal proposito, passare il corteo della cerimonia d'incoronazione attraverso sette archi trionfali che richiamassero i fasti dell’antica Roma.





Entriamo nel Cortile di Palazzo d'Accursio...


Giulio II anche un grande mecenate e protettore di artisti quali Michelangelo, Raffaello, Bramante, e promotore della costruzione dei Musei Vaticani. A Bologna rimane una testimonianza del suo passaggio. Lo scalone cordonato del Palazzo Comunale, a cui si arriva attraversando il cortile, fu disegnato da uno dei suoi protetti, Donato “Donnino” di Angelo di Pascuccio detto il Bramante. E’ una bellissima scala prospettica che arriva fino al secondo piano dell’edificio. Oggi è usata per le cerimonie di nozze. La cordonatura (scalini piatti) serviva per poter accedere ai piani alti direttamente col cavallo o con la carrozza, una sorta di “ascensore rinascimentale”.


Un piccolo dettaglio che sfugge a molti:





Un dettaglio che sfugge spesso è che anche l’arco di accesso alla scala fu disegnata dal Bramante. Le formelle decorative riportano una replica degli stessi due simboli: foglie di quercia e aquila. Sono un omaggio alla figura del committente. Papa Giulio II si chiamava Giuliano Della Rovere. La quercia è anche detta rovere mentre l’aquila è un rimando alla Roma di Cesare.


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